domenica 23 febbraio 2014

La TAV, un capro espiatorio a caso



La vita sulla Terra continua, nonostante la crisi col suo strascico di suicidi, nonostante il susseguirsi di governi più o meno tecnici, nonostante il credit crunch, nonostante la disoccupazione irrecuperabile, nonostante tempeste perfette ed alluvioni senza precedenti. Facciamocene una ragione: la vita continua nonostante tutto, a meno che non si ritorni all'Età della Pietra, ma speriamo che questo non accada mai, poiché l'inferno non giova a nessuno, neppure al più insulso e patetico dei perdenti.

Dicevamo allora, la vita continua, e con essa la cementificazione e le opere pubbliche, per quanto la carenza di risorse economiche e di materie prime lo possa permettere. E' quindi curioso questo fenomeno di accanimento di sedicenti ambientalisti contro una sola opera pubblica in particolare. Perché proprio la TAV? Noi di QdVN non vogliamo proprio crederci che non ci siano altre opere monumentali in giro per l'Italia su cui infierire, anch'esse caratterizzate da una dubbia utilità.

E poi, quanto tempo hanno da perdere queste persone che vanno in giro a sabotare cantieri, a sbeffeggiare gli encomiabili celerini, ed a imbrattare i muri? Diciamocelo, hanno tutto il tempo di cui dispone chi non ha niente, ma proprio niente, da fare. Sicuramente non hanno neppure le pulizie di casa una volta alla settimana.

Eh già, perché se uno deve lavorare, fare la spesa alla sera, portare i bambini a scuola, fare le pulizie di casa ed anche un pò di bricolage, oppure studiare e dare esami difficili con voti dignitosi per avere maggiori possibilità di trovare un impiego dopo la laurea/diploma, SICURAMENTE non avrà mai tempo né per andare a manifestare in piazza contro un'opera pubblica inquinante e cementizia come tante altre, né per fare sabotaggi di qualsiasi tipo.

Ecco svelato l'arcano. Tutti questi che protestano sono persone che nella vita non hanno mai avuto e non avranno mai una vera famiglia, dei veri affetti, o qualcosa di proprio da costruire. Sono in sostanza dei falliti, ovvero persone frustrate e turbate che 1) vogliono darsi un certo tono millantando di essere impegnate in qualche improbabile battaglia ambientalistica/sociale, e 2) odiano il mondo che non gli a concesso la possibilità di vivere una vita normale, con una famiglia normale, un lavoro normale (ma questo è colpa loro, anche se non se ne rendono conto), una casa col solito mutuo da pagare per trent'anni, una/uno mogliettina/maritino devota/o, 2/3 figli da accudire etc etc.

Odiano il sistema, quindi tutto ciò che li circonda e che non sia il solito centro sociale o i compagni di spinello/bevuta. Invece le persone che realmente protestano per i propri diritti, o perché sia ristabilito un qualche tipo di giustizia, sono ad esempio quelle che hanno manifestato per le strade di Kiev, od in Venezuela, NON sono certo quei facinorosi che ingaggiano atti di guerriglia urbana per protestare contro la TAV.

Trattasi in questo caso di persone cariche di odio, che hanno bisogno di un capro espiatorio su cui fare violenza gratuita per sentirsi qualcuno. Rapinassero le banche, e si tenessero i soldi per acquistare un ristorante in qualche luogo sperduto del Messico, sarebbero più rispettabili. Invece fanno danni per non giovare neppure a sè stessi; è proprio questo che risulta molto irritante! Si può "accettare" la violenza motivata dall'opportunismo o dall'interesse personale, o anche dal semplice sadismo, ma una cosa veramente inconcepibile è l'ipocrisia di certi gruppi di persone che convengono su un un unico capro espiatorio, preso a caso, per darsi una scusa nobile che gli consenta di esercitare violenza (fra l'altro anonimamente) senza sentirsi in colpa, andandone anzi fieri.

Un aspetto bizzarro è allora proprio il fatto che tutto questo popolino bue di anarco vattelapesca insurrezionalisti informali, o di ambientalisti pank bestia, o di ribelli contro il sistema (quale?), riesca a convenire come d'incanto su un unico capro espiatorio, come se si fossero messi d'accordo a priori, magari per telefono o mail o twitter o altro social network. Questo fenomeno però, secondo noi, rientra nella fenomenologia delle "mode"; esso è in parte avvolto dal mistero e, similmente ad altri misteri della storia, come la costruzione delle piramidi egizie o i cerchi nel grano, è giusto che rimanga tale, se non altro per rendere l'argomento un pò più interessante, ed un pò meno irritante.